domenica 16 gennaio 2011

Baciccin Tribordo, come non amarlo?

Leggi la Fiaba Baciccin Tribordo


Cosa mi attira di più in questa fiaba? Cosa mi fa tornare a leggerla più e più volte, come i bambini che pretendono innumerevoli ripetizioni dello stesso racconto?
Sono molti gli elementi che mi parlano: il mare vasto e pericoloso ma salvifico, una principessa scomparsa, uno scoglio sperduto e una grotta buia. Le trasformazioni del "mostro"e soprattutto il protagonista.
Come non amarlo?
Baciccin è speciale: non solo perchè si ubriaca e vive in un mondo tutto suo, ma perchè in quel suo essere fuori dagli schemi comuni ed in quel suo persistere nell'essere sempre ciò che è nonostante non venga accettato dai suoi simili, egli esprime qualcosa che gli appartiene profondamente e che lo guiderà alla soluzione del problema. Baciccin non si preoccupa mai di quel che farà, di come agirà, di cosa penseranno gli altri ma agisce spontaneamente in ogni situazione manifestando se stesso senza paura o vergogna per ciò che è.
Forse rappresenta la parte di noi più spontanea, meno costruita e quindi più vicina alla nostra profondità ed istintività... e per questo tutti lo evitano. Tutti fuorchè una persona: la Principessa.
Solo lei lo riconosce subito come colui che l'ha trovata e lo riconosce per il suo valore intrinseco, lo stesso che ha portato Baciccin ad essere  abbandonato dai suoi simili ed allo stesso tempo a trovare il nascondiglio sullo scoglio. E tutto senza alcuna intenzione diretta da parte sua. Come se agendo se stesso, tutto avvenisse spontaneamente.( Un Eroe del Tao?...)
Baciccin non riconosce infatti a se stesso alcun merito per il ritrovamento della principessa
(-così...., andavo per polpi...) ma attende che il mostro ritorni e si trasformi in un animale colpibile.
Il capitano forse si sarebbe subito scagliato contro il polpo gigante per abbatterlo in maniera plateale....Baciccin invece, attende e rispetta le regole di ciò che non conosce.
Quando il capitano lo troverà in mare con la principessa, la sua invidia e il suo disprezzo saranno enormi. Cercherà di convincere la principessa a farsi indicare come eroe e poi butterà a mare Baciccin dopo averlo fatto ubriacare, dopo aver approfittato della sua "debolezza". Ma la debolezza del marinaio è solo apparente: infatti, il mare lo salva , lo rende un pò una sua creatura ricoprendolo di alghe e lo riaccompagna a riva dove raggiungerà il corteo nuziale e sarà riconosciuto dalla principessa grazie allo sfavillio dell'anello da lei donatogli. L'anello forse è il simbolo del valore riconosciuto, forse della coscienza che accoglie la profondità e ne assume la preziosità in tutte le sue manifestazio ni.Il re infatti, simbolo di tutto ciò che è ufficiale, grazie al segno lasciato dalla principessa al marinaio, lo accoglie pubblicamente rendendo possibile l'unione fra la luce bianca della principessa (conoscenza e illuminazione) e il colore degli abissi marini ( verde come la profondità della natura). Il capitano invece, lontano dall'accoglienza degli opposti e impedito all'unità dalla più gretta vanità, sarà consegnato al mare . Per non farne più ritorno.
Ogni cosa al suo posto.
Dulcamara

Nessun commento:

Posta un commento