domenica 14 agosto 2011

Testa di Bufala-La Madre Cosmica

leggi la fiaba Testa di Bufala
 
Una madre bufala...
Cosa accade quando ci "dimentichiamo" la nostra origine divina? Quando perdiamo il contatto con la nostra profondità , con l'identità profonda che ci ha creato e ha fatto di noi ciò che possiamo essere in potenza? Cosa succede quando dimentichiamo di avere cura del nostro mondo interno e di riconoscere qual'è la fonte della nostra esistenza fisica e spirituale?Sono queste le domande che si affacciano alla lettura di questa bella fiaba antica e tradizionale.Da evidenziare il simbolo della testa di bufalo: numerosi studi sulle antiche religioni, in particolare sulla antica religione della Madre,dimostrano come la testa di bufalo sia l'immagine dell'utero femminile e simboleggi appunto la Dea Madre. Non solo , l'animale cornuto era presente in molte civiltà antiche come divinità e racchiudeva fra la corna, simbolo di mezzelune, una luna piena.Ora l'immagine della triplice Dea è ancora più evidente.

simbolo della Triplice Dea

Questo un accostamento ovvio e immediatamente riconoscibile. Ho percepito come motivo dominante della fiaba il percorso di iniziazione tipico delle fiabe che vedono come protagoniste le fanciulle.Vi è una selezione sulla scelta della fanciulla che seguirà Testa di Bufala nella sua casa sotteranea dove apprenderà tutto ciò che serve sapere (materiale e non).La caratteristica della botola nel terreno è molto affascinante, un discendere attraverso la fragile scala di vetro alla profondità delle radici, delle origini.Quando la fanciulla raggiunge la maturità sessuale, è tentata di salire in superficie.Le forze vitali, l'aria fresca, il sole , il prato, la chiamano ad una nuova fase di consapevolezza. Testa di Bufala,tra l'altro chiamata dalla protagonista (di cui non si dice mai il nome)mamma , concede alla fanciulla di uscire ma è preoccupata, perchè presagisce il pericolo che può venire dall'esterno, ossia dallo staccarsi non consapevolmente dalla casa interiore.La fanciulla conosce subito un principe che la chiede in moglie e in quattro e quattr'otto, decide di seguirlo.La Madre sa che la mancanza di consapevolezza e di contatto con la Fonte sarà causa di sofferenza e perdita di identità e raccomanda alla fanciulla di fare attenzione, di non dimenticare nulla. Inoltre, pretende d'essere riconosciuta come Fonte, come Creatrice , come Colei dalla quale tutto ha origine e di essere salutata, onorata e ricordata con la giusta considerazione. Ma la fanciulla , presa dall'eccitazione per la novità , per tutti gli elementi esterni che la attraggono e la coinvolgono,dimentica il pettine, dimentica di salutare  e di chiudere per bene la botola.Si lascia prendere dall'esterno senza portare dentro di sè la presenza della madre, delle radici, del mondo segreto e sotterraneo che l'ha cresciuta e nutrita.
Il primo "avviso" consiste nel rendersi conto di aver dimenticato qualcosa...La fanciulla corre a casa e cerca ciò che crede d'aver dimenticato...non si accorge nemmeno di non aver salutato la Madre.Testa di Bufala prova a lanciare un appiglio alla figlia, un suggerimento che però non viene accolto. A questo punto entra in scena il "secondo avviso". Questo è più forte e drammatico e diventa invalidante. La testa della fanciulla si trasforma in una testa di bufala.Ciò che è dimenticato diventa visibile in modo  evidente.Ora è impossibile per lei non vederla , non accorgersi della sua presenza. Ma la fanciulla non la riconosce.Vede solo ciò che la disturba, che non vuole vedere. Si preoccupa di cosa diranno gli altri, il principe.Ciò che è stato "dimenticato" diventa visibile per forza. Prende una forma spaventevole, drammatica, invalidante.Vuole essere vista , riconosciuta....Penso a tutti i disagi emotivi della nostra epoca. Ai sintomi che ci disturbano e che non vogliamo perchè rovinano la nostra immagine e che però sono messaggi, avvisi della nostra profondità dimenticata...Così trasformata da ciò che non vuole e che non vede la fanciulla ora deve far fronte alla difficoltà di vivere in una società che si aspetta un 'immagine di un certo tipo e che lei non può più offire perchè sede di una "presenza"non integrata. La madre del principe escogita varie prove per disfarsi della giovane, ma questa nel momento più difficile torna nella botola dalla Madre e chiede il suo aiuto. Testa di Bufala cerca di farle notare la sua dimenticanza ed insiste nell'affermare che lo stato di cose è il risultato di una mancanza della fanciulla. Nonostante quest'ultima non riesca ancora a rendersi conto di ciò che le manca, la Madre la aiuta lo stesso dandole la soluzione della prova. Vale la pena di spendere due parole sulla simbologia dei frutti che la Madre dona alla figlia per vincere le prove e contemporaneamente per risvegliarsi alla verità. La noce, meraviglioso frutto che simboleggia il sapere occulto nascosto che deve essere scoperto. Simbolo di saggezza e consapevolezza e simbolo della stregoneria, cioè del sapere femminile. La noce inoltre per la sua forma ricorda il cervello umano racchiuso nel cranio.La conoscenza segreta. La nocciola in numerose tradizioni è il frutto magico, l'albero è simbolo di magia e saggezza. Le bacchette magiche sono fatte in legno di nocciolo...Si tratta, come in tutte le fiabe iniziatiche, di una soluzione "magica" donata dalla Fonte all'eroina disperata, conscia della sua incapacità...La disperazione e l'mpotenza diventeranno "la porta" della consapevolezza. Come sempre, il risveglio passa dalla sofferenza e dalla connessione ad un sapere nascosto che deve essere scoperto...saggezza e magia...
Forse anche grazie al contatto con questi simboli, la fanciulla gradualmente si avvicinerà al riconoscere la sua dimenticanza e chiederà perdono alla Madre riconoscendone il valore e l'importanza nella sua vita. La testa di bufala che si è sostituita alla sua vera testa, lascia così il posto al vero volto della fanciulla, alla sua identità profonda e integrata.La fanciulla non è solo bellissima , è splendente. Il risplendere è sempre una qualità dell'Anima e indica che la coscienza della fanciulla e la sua Anima sono ora una cosa sola. Ora la fanciulla potrà tornare nel mondo esterno essendo completa.Il principe riconoscerà in lei l'identità originale del primo incontro ed in più la qualità trasformatrice della consapevolezza.La fanciulla ora può essere Regina e regnare su entrambi i mondi.




venerdì 29 luglio 2011

Testa di Bufala

C'era una volta un contadino che lavorava nel suo campo. Zappando sentì sotto il ferro qualcosa di duro: era una gran testa di bufala , la più grande che avesse mai visto . Il contadino fece per sferrarle una bella zappata quando la testa...parlò - Non mi colpire, che sarò la fortuna di una delle tue figlie!-
Il contadino si accorse che c'era sotto qualcosa di magico e nascose la testa di bufalo con la sua giacca.Quando la figlia maggiore lo raggiunse nel campo per portargli il pranzo, il contadino le disse di guardare sotto la giacca ma la ragazza ,alla vista della testa, scappò via inorridita. La moglie del contadino, vedendo tornare la figlia spaventata, mandò nel campo la seconda figlia per controllare che nulla di brutto fosse successo al marito. Anche la seconda, alla vista della testa , fuggì via a gambe levate. Fu la volta della figlia più piccola. Quando il padre le disse di guardare sotto la giacca, la bambina restò incantata dalla testa di bufala:-Che bella testa ,babbo!Sembra viva! E che bel pelo lucido!-
La testa a sentirsi trattare con così gran rispetto, domandò alla piccola:-Visto che sei così bella e gentile, verresti a stare con me?- Detto fatto, la bambina accettò con gioia di andare a stare con la testa di bufala e le due si avviarono saltellando una sulle gambe e l'altra  sulle corna...Arrivate in un prato, la testa di bufala sollevò con un corno una botola sul terreno e vi si infilò dentro.- Fai attenzione alla scala perchè è di vetro!- disse alla bambina- Togliti gli zoccoli e scendi scalza..- Quando furono scese, la bimba scoprì una bella casa sotterranea piena di ogni oggetto prezioso  e di ogni curiosità.Testa di bufala stava comodamente su una poltrona. La bambina era felice. Imparava ogni sorta di cose e la testa era meglio di una mamma vera, tanto che la bambina la chiamava mamma. La fanciulla crebbe in bellezza e in intelligenza e presto fu una bella ragazza piena di vita.-Mamma , posso salire su nel prato a prendere un pò d'aria?- La testa fu un pò contrariata dalla richiesta ma diede alla fanciulla una veste d'argento , una piccola sedia  e la lasciò salire a ricamare.Dopo poco, passò di lì un cacciatore.   Era il figlio del Re. Il principe non ci mise molto a dichiararsi e chiese alla fanciulla di sposarlo.-Se la mia mamma acconsente, sarò felice di dirvi di sì.- rispose lei. E scese a chiedere il permesso.
-Per me puoi fare ciò che vuoi. Se mi vuoi lasciare, vai pure.Ma ricorda di non essere ingrata, perchè tutto ciò che sei lo devi a me.Anche se hai trovato un principe che vuole subito sposarti.- Il principe promise di tornare dopo otto giorni a prendere la sposa con tanto di corte, carrozza e damigelle.Ma la testa disse -Bada di non dimenticare nulla prima di uscire di casa, o sarà la tua rovina.-
La fanciulla era così agitata e impaziente che correva di quà e di là preparandosi all'evento e quando venne il momento di andare, dimenticò di salutare la testa di bufala, di prendere il pettine e di chiudere la botola....
Quando fu sulla carrozza, si ricordò improvvisamente di non aver preso il pettine e chiese al principe di fermarsi.-Devo assolutamente prendere il pettine! La mia mamma mi ha predetto una disgrazia se  vado via dimenticando qualcosa...- Una volta tornata nella casa sotterranea, la ragazza si mise a cercare il pettine tutta affannata. -Eri uscita?- Chiese testa di bufala , contrariata perchè la ragazza non l'aveva neppure salutata.-Sì-rispose lei  -Ho dimenticato il pettine e non riesco a trovarlo...-
-se è solo il pettine che hai dimenticato, cercatelo da sola!- La fanciulla , nella foga e nella fretta, aprì il cassetto per cercare il pettine e ci cacciò dentro la testa. Quando la sollevò...rimase paralizzata dall'orrore: la sua immagine riflessa nello specchio era quella di una fanciulla con una testa di bufala!
-Mamma, aiuto! Cosa è successo?-
-Questo è il premio per non avermi neanche salutato e per essere stata ingrata.Ti avevo avvisata .
 Ora io non posso farci niente.-E che dirà il principe?- -Dovrà tenerti come sei...-
La fanciulla si nascose la testa con un velo e tornò sulla carrozza.-Come mai ti sei coperta?- chiese il principe.-Niente, è solo un pò di infiammazione agli occhi...- E il corteo si mise in marcia. Ma una volta nel castello, il principe scoprì della trasformazione e chiese consiglio alla madre .Si decise di rinchiudere la fanciulla in una torre del palazzo in attesa di una idea sul da farsi.Siccome il principe non voleva mandarla via dopo aver dato la sua parola, la madre escogitò di farla gareggiare con altre due damigelle. Quella che avrebbe vinto, avrebbe sposato il principe. Bisognava filare una libbra di lino in otto giorni. Le damigelle si misero subito all'opera mentre la fanciulla non faceva altro che piangere e disperarsi, incapace di ogni cosa.
Il giorno prima della scadenza, si calò di nascosto dalla torre e andò nel bosco, da testa di bufala.
-Madre mia dovete aiutarmi. Da felice che ero , ora sono la più disperata delle fanciulle..-
-Ti sembra una cosa insignificante, l'essere stata ingrata? Io non posso fare niente ora, te l'ho detto.
Posso solo darti questa noce. Domani dàlla al principe e digli di mangiarla in cambio del lino che ti ha dato da filare.-L'indomani le damigelle presentarono ognuna la propria libbra di lino ben filata mentre la fanciulla consegnò la noce. Dentro la noce...stava la libbra di lino più fine che si fosse mai vista...-
- Il lino è filato alla perfezione-disse la madre del principe-ma dobbiamo escogitare un'altra idea per non farti sposare quel mostro...-La prova successiva consisteva nel cucire in otto giorni una camicia di tela.
Chi l'avesse cucita meglio avrebbe vinto. Anche questa volta, la fanciulla si disperò e il giorno prima della scadenza, tornò nella botola.-Mamma vi prego, dovete aiutarmi! Non provate più amore per vostra figlia? Vi chiedo scusa se vi ho offeso...-La testa rispose:- Non è colpa mi quello che ti è successo...Io ti avevo avvertita...Ora posso solo darti questa.-E diede alla fanciulla una nocciola.-Dàlla al principe che la mangi.-
Il giorno dopo , dentro la nocciola il principe trovò una camicia bellissima ricamata in oro...-Questa volta dobbiamo cambiare prova-disse la madre del principe-La prossima settimana daremo un ballo.La fanciulla più bella sarà la tua sposa. E fu così che le altre damigelle cominciarono a farsi belle in ogni modo mentre testa di bufala piangeva disperata. E la sera prima del ballo tornò nella botola.-Sei ancora qui a lamentarti?- disse la testa.-E' tutto qui quello che sai fare?-Madre, se non mi perdonate, non c'è nulla che io possa fare...-
-Hai avuto ciò che meritavi.Io ti avevo avvisata...-
-Ma non l'ho fatto per cattiveria, ero distratta da mille cose...ora non mi comporterei più così-
-E cosa faresti ora?-
-Vi ringrazierei per ogni cosa, vi saluterei e vi abbraccerei, non dimenticherei nulla e chiuderei la botola.-
-Se è così', allora ti perdono. Vài , prenditi il pettine...-
La ragazza tuffò la testa nel cassetto per prendere il pettine e quando si rialzò lo specchio riflettè l'immagine più bella che avesse mai visto.Era di nuovo la sua testa ma era molto più bella. Splendente. La ragazza abbracciò e baciò testa di bufala e le fece mille coccole e moine. L'indomani al ballo, la fanciulla si presentò velata e quale fu la gioia del principe nello scoprirla e riconoscerla per com'era quando l'aveva incontrata per la prima volta nel bosco...Era anche più bella.-Questa è la mia sposa. La mia scelta è compiuta. E la fanciulla sposò il principe e diventò Regina.

sabato 21 maggio 2011

Raperonzolo:le nozze alchemiche o l'unione degli opposti


                                                          

Sono molti gli aspetti di questa splendida fiaba che mi attirano intuitivamente. Non posso fare a meno di essere affascinata da alcuni elementi che hanno catturato subito la mia immaginazione.  L'analogia fra il muro che protegge il giardino della maga e i muri circolari della torre dove Raperonzolo verrà rinchiusa; l'immagine del giardino segreto e proibito che racchiude la conoscenza; il canto della fanciulla simile a quello di un uccello del cielo; il ruolo giocato dal marito della madre e dal principe; l'immagine dei capelli resi accesso al segreto della torre e il loro riferimento all'oro e al sole; la tensione  sotterranea che avverto in ogni elemento simbolico relativo alle due forze che si contrappongono e si mescolano continuamente.  Maschile e femminile.Come se lo scopo ultimo della narrazione fosse l'unione di queste due qualità che dall'inizio si compenetrano.Ogni elemento femminile contiene una specificità fortemente maschile e solo quando viene riconosciuta diventa manifesta realizzando l'unione finale. Attenzione, non sto parlando dell'unione semplice fra fanciulla e principe ma della presenza dell'elemento attivo maschile assopito nella fanciulla e visibile all'esterno attraverso elementi ben precisi e della voce del femminile che attrae il principe e che agisce da richiamo, da nostalgia del proprio stesso femmnile nel principe. La vera unione non è realizzata nello stare insieme da maschio e femmina (come marito e moglie , recita la fiaba) ma nell'unificazione dei due principi all'interno di sè con l'aiuto del nostro opposto. Il principe dà vita alla parte attiva latente nella Fanciulla, lei dà vita alla parte ricettiva del principe. Ma tutti e due per riconoscere ciò che li abita hanno bisogno dell'altro. Ecco che l'illusione della completezza presente nel semplice stare insieme viene spazzata via per lasciare posto al vuoto e all'apparente solitudine dove la nostalgia e la ricerca dell'opposto ci rende percettivi ed attivi nello stesso tempo.
Come avviene tutto questo nella fiaba? Quali sono gli elementi che mi hanno parlato a questo riguardo?
La madre desidera un figlio e ad un certo punto "sente" che le sue preghiere sono esaudite. Chiedo e sento sono due elementi opposti di azione e percezione che insieme annunciano la nuova vita.
La madre, nella sua attesa desidera qualcosa di preciso e non si accontenta d'altro. I raperonzoli sono quasi la predestinazione della fanciulla che verrà: contengono la conoscenza da un luogo segreto e proibito, un luogo riparato da sguardi indiscreti e regno femminile di conoscenza e di mistero. La conoscenza non è solo femminile ,contiene tutte le parti , è indivisibile. A questo proposito volevo portare all'attenzione il fatto che nella fiaba non si parla di strega ma di maga, di una persona che cerca la conoscenza di un'altra dimensione possedendo contemporaneamente il sapere della natura.
 Mi ha colpito  l'accostarsi di elementi opposti che concorrono alla realizzazione della nuova vita: il marito della donna sarà l'uomo coraggioso che valica il muro per prendere le piante proibite. E' lui che prende l'iniziativa mentre la moglie ne ha l'ispirazione. E' lui che affronta l'ignoto, l'altra dimensione, per amore della moglie quasi questo fosse il suo compito e la sua missione nel determinare la vita futura della fanciulla.
Il concorrere di queste due qualità darà vita ad un essere che conterrà queste stesse qualità.
Ma saranno sopite e dovranno manifestarsi per realizzarne la natura poco a poco.
La maga reclama infatti la "sua "creatura". La creatura destinata alla conoscenza e all'unione degli opposti.
La chiama Raperonzolo.Un nome maschile. Quando la fanciulla compie dodici anni, ossia quando lo sviluppo sessuale la rende visibilmente femmina e quindi la colloca in un solo genere, la maga la isola dal mondo.
Forse per preservare anche "l'altra qualità" che nel mondo andrebbe perduta, relegando la fanciulla ad un ruolo univoco e limitandone la conoscenza. In questa fase di apparente passività infatti, i capelli color del sole (elemento maschile) diventano lunghissimi e bellissimi  e non esprimono solo la femminilità della fanciulla ma anche la sua forza intinseca, "l'altra qualità". Raperonzolo è racchiusa in una torre circolare (elemento femminile) dalla forma fallica (maschile). Canta come un uccello del cielo (l'altra dimensione) e passa le sue giornate in contemplazione recettiva. Anche per il principe si presenta una situazione di evoluzione: udendo il canto della fanciulla non può fare a meno di esserne "fatalmente" attratto come se il ricordo sopito della qualità femminile presente in lui si fosse risvegliato. Anche lui , come il padre di Raperonzolo escogita un sistema per valicare la torre, per accedere ad un contenuto segreto e protetto. Ma per fare questo usa un modo non suo, copia la modalità della maga e agisce "di nascosto", senza consapevolezza. I due si incontrano e Raperonzolo teme il principe prima di arrivare a riconoscerlo come opposto non pericoloso..
Si tratta ancora di un opposto esterno a lei, non riconosciuto e interiorizzato. I due si incontrano tutte le sere e stanno insieme. Progettano la fuga di Raperonzolo grazie all'uso di una scala di seta.
La fanciulla curiosamente non si offre di tagliare la treccia per scendere entrambi, non usa la sua forza . Attende l'intervento del principe, di un'iniziativa esterna. Ma ecco che "inavvertitamente"svela alla maga la verità e così facendo rompe lo schema di dipendenza dalla maga e dal principe. L'evoluzione  avviene in modo traumatico ma è partita proprio dalla fanciulla che ha svelato il segreto.
I capelli vengono tagliati dall'esterno, la forza le viene sottratta.
Ciò che non è stato usato viene allontanato e la sua mancanza si rende evidente all'esterno.

Raperonzolo è abbandonata inerme nel deserto, nel luogo-non luogo per eccellenza dimora dell'eremita, dell'asceta in attesa di qualcosa di sconosciuto, di una segno o una risposta. Si trova in ascolto e in isolamento totale, più ancora che nella torre. Ora le due qualità devono realizzarsi dal dentro.
L'unione deve manifestarsi dando vita ad un nuovo essere consapevole. Non a caso Raperonzolo nel deserto partorisce due gemelli (maschio e femmina) che sono appunto la manifestazione fisica di questa unità.
Al principe , sempre dalla maga, ossia dalla conoscenza superiore, viene sottratta la sua Signora Amata, ossia la sua anima profonda che egli vedeva riflessa nel femminile della fanciulla.
Egli dovrà"umiliarsi" , abbassarsi e sviluppare un'altra vista che gli permetta di ritrovare ciò che ha perduto.
In preda alla disperazione, viene sopraffatto dal vuoto della perdita e si getta dalla torre. Rimane accecato e vaga piangendo e lamentandosi, nutrendosi di ciò che la vegetazione spontanea gli offre. Diventa ricettivo, si lascia abitare dal sentimento, diventa consapevole di ciò che ha perso e comincia a cercarlo.
E' il principe infatti che "trova" Raperonzolo grazie al suo udito divenuto "sottile" e la riconosce grazie al suono della voce, la stessa che aveva udito il giorno del suo "risveglio". Raperonzolo, con le lacrime "feconde"del femminile gli ridona la vista rendendolo unito e consapevole.
Ora i due sono completi in se stessi uno grazie all'altro e possono finalmente esistere nella gioia.

Raperonzolo dalla voce di usignolo e  prigioniera nella torre,guarda se stessa racchiusa nella gabbia....

mercoledì 18 maggio 2011

Raperonzolo...la vera storia...


Tanto tempo fa, in un paese lontano lontano, vivevano un uomo e una donna. Da tanto tempo desideravano un bambino che tenesse loro compagnia e che portasse allegria nella loro piccola casa.
Un giorno la donna sentì che finalmente le sue preghiere sarebbero state esaudite : avrebbe presto avuto una creaturina da tenere tra le braccia.. Vicino alla casa dei due sposi,cirondata da alte mura,c'era la casa di una potente maga.Le mura celavano il suo magico giardino pieno di erbe officinali , di piante speciali e di fiori profumati. Nessuno poteva vedere cosa ci fosse all'interno delle mura tranne la donna che ,dalla finestra della sua camera da letto, passava lunghe ore a guardare fuori nella sua lenta attesa.Una mattina ,la donna scorse nel giardino delle piantine di raperonzoli: erano così belle e l'attiravano così tanto da non poter fare a meno di pensarci giorno e notte,fino a rifiutare ogni cibo che non fosse quello. Il povero marito,sapendo che spesso le donne in attesa desideravano cibi insoliti , e impaurito per lo stato di salute della moglie, decise di procurasi qualche piantina. Ma come? Tutti sapevano del carattere terribile della maga e di quanto fosse gelosa del suo giardino...non gli avrebbe mai permesso di cogliere qualcosa...Così , una notte di luna piena, l'uomo scavalcò il muro con l'aiuto di una lunga scala e rubò delle piantine di raperonzolo.La moglie fu così contenta e mangiò così di gusto che l'uomo non si preoccupò troppo del suo furto e quando la donna chiedette ancora di quelle piantine,tornò nel giardino proibito.Questa volta però , la maga lo aspettava nascosta dietro ad un cespuglio...-Così sei tu quello che mi ruba i raperonzoli di nascosto!Come osi intodurti nel MIO giardino?! La pagherai cara!- L'uomo cercò di difendersi spiegando che la moglie era in attesa e non poteva fare a meno di quelle piantine...-Bè-disse la maga-se le cose stanno così , prendi pure i raperonzoli ,ma sappi che quando la creatura sarà nata la dovrai dare a me!
L'uomo scappò via a gambe levate e dimenticò tutto quanto. Quando la moglie partorì una bella bambina, la maga si presentò puntuale, prese la neonata e la portò via. La chiamò Raperonzolo.

Passarono gli anni e Raperonzolo crebbe diventando molto bella.La maga la rinchiuse in una torre altissima priva di porta o di scale e andava da lei di giorno a portarle ciò che le occorreva.-Raperonzolo! Getta la treccia!- E dalla torre scendeva una treccia meravigliosa di capelli sottili e biondi come l'oro filato.La maga vi si arrampicava  ed entrava nella torre dalla finestra. Raperonzolo era quasi sempre sola e passava lunghe ore affacciata alla finestra guardando il cielo, i boschi,gli animali e..cantava per tenersi compagnia. La sua voce dolce e melodiosa risuonava nel silenzio propagandosi a distanza. Un giorno un principe che cavalcava nel bosco udì un magnifico canto: era la voce di Raperonzolo.Incantato si fermò e cercò di scoprire da dove venisse quella voce fatata...trovò la torre e cercò inutilmente la porta per poter salire e vedere la fanciulla che lo aveva incantato ma niente, la torre era sigillata all'esterno.Il principe tornò il giorno dopo e poi il giorno dopo ancora ,incapace di dimenticare quel canto e così facendo , un giorno si imbattè nella curiosa scena della maga che per salire gridava la formula per far scendere una treccia meravigliosa e arrampicarsi fin sulla cima della torre....



 
-Ecco come devo fare- si disse il principe, e quando la maga se ne fu andata, gridò-Raperonzolo, getta la treccia!- E dalla finestrella  arrivò la lunghissima treccia dorata. Il principe vi si arrampicò ed entrò dalla finestra. Raperonzolo si spaventò perchè non aveva mai visto un uomo prima , ma dopo un pò fece amicizia con lui e si accoprse che era di bell'aspetto.
Da allora , i due si incontravano ogni sera dopo che la maga se ne era andata e stavano insieme come marito e moglie. Erano felici e il principe aveva chiesto a Raperonzolo di sposarlo.

Si erano messi d'accordo per fuggire dalla torre con una fune di seta che il principe avrebbe portato e Raperonzolo avrebbe intrecciato per farne una scala.Dopo qualche tempo però, Raperonzolo disse sbadatamente alla maga-accidenti Signora, come siete diventata pesante, pesate più del principe!- A queste parole la maga si infuriò come mai prima - Creatura sciagurata e ingannatrice! Pensavo di averti allontanato da tutto e invece non è così!-Prese la treccia di Raperonzolo e la tagliò via.
Poi  portò la fanciulla in mezzo al deserto dove l'abbandonò al suo destino.La maga attese il principe , lo lasciò arrampicare sulla treccia e gli gridò-Raperonzolo non c'è più, la tua Signora Amata è volata via come un uccellino e non la rivedrai mai più!- Il principe ,preso dalla disperazione, si lasciò cadere dalla torre.Non morì ma i rovi lo accecarono e fu costretto  a vagare senza meta tra pianti e lamenti .
Dopo anni di peregrinazioni, giunse nel deserto dove Raperonzolo era stata portata dalla maga e dove viveva di stenti con i suoi due gemelli :un maschio e una femmina. Il principe la sentì cantare e la riconobbe.Raperonzolo vide il principe e gli si gettò al collo abbracciandolo e piangendo.Le sue lacrime bagnarono gli occhi del principe e fecero cadere il velo così che egli recuperò la vista. Egli la portò nel suo regno dove vivono ancora felici e contenti.

domenica 16 gennaio 2011

L'uomo verde d'alghe ovvero Baciccin Tribordo

Baciccin calato nella scialuppa e solo in mezzo al mare.....

C'era una volta, in un piccolo Regno affacciato sul mare, un Re disperato.
La sua unica figlia, la Principessa Reale, 
un bel giorno era sparita nel nulla, 
non lasciando alcuna traccia di sè.
Il Re aveva provveduto ad offrire una lauta ricompensa, oltre alla mano della giovane, a chi fosse riuscito a ritrovarla e a riportarla sana e salva nel suo Regno.Tutti i giovani più prestanti si erano impegnati in lunghe ricerche per Terra ma nessuno ancora aveva pensato di cercarla per mare...
"E' troppo pericoloso" dicevano, "non si sa mai cosa può succedere una volta lontani da terra... e se arrivasse una tempesta? Un mostro marino? 
E se il vento ci portasse fuori rotta facendoci perdere nella vastità del mare? No, no, non si può andare per mare a caso cercando qualcuno, in mare si va per pescare, per commerciare su rotte ben conosciute, al limite per combattere contro i nemici, ma così...."
Un capitano esperto in rotte commerciali ed avvezzo all'arte  degli affari però, aveva fiutato un'opportunità per arricchirsi e diventare il futuro sovrano. Decise quindi di avventurarsi per mare con la sua nave in cerca della Principessa.
"La prima cosa da fare è mettere insieme una ciurma!" disse pieno di autorità da comandante.
 Ma cerca di qua, cerca di là, nessun marinaio era disposto ad andare con lui.
Dopo che ebbe cercato e chiesto e girato per tutto il regno, il capitano adocchiò uno strano marinaio: era Baciccin Tribordo.
 Era come sempre molto ubriaco e si trastullava fuori dall'osteria da cui l'avevano buttato fuori per l'ennesima volta. Era tutto fuorchè presentabile.
"Verresti sulla mia nave alla ricerca della Principessa?"
Gli chiese il capitano.
"Perchè no?"
rispose Baciccin 
"Tanto qui non mi fanno più entrare..."
E così Baciccin fu il primo a salire sulla nave, portandosi dietro alcuni marinai che, vedendolo, avevano preso coraggio e avevano deciso di tentare.
Una volta a bordo, Baciccin non faceva, come al solito, che ubriacarsi, dormire e ciondolare sghembo per tutta la nave, senza riuscire a fare nessun lavoro utile...
Gli altri marinai cominciarono a lamentarsi con il capitano e nessuno lo sopportava più.
"Baciccin"
disse un giorno il capitano
"scendi nella scialuppa e và ad esplorare quello scoglio che si vede in lontananza..."

Appena Baciccin fu nella scialuppa, il comandante diede l'ordine di allontanarsi e lo abbandonò, solo, in mezzo al mare.
Se Baciccin si accorse o meno dell'accaduto, ubriaco com'era,  non ci è dato sapere...
Comunque, a bordo della sua scialuppa, si avvicinò allo scoglio indicatogli dal capitano, ancorò la barca e scese a dare un'occhiata.
Sullo scoglio vide una grotta e senza tanto pensare ci entrò dentro.
Era buia e umida e in fondo in fondo, legata con una catena di ferro...stava la Principessa!
"Come hai fatto a trovarmi?"
"Così...., andavo a caccia di polpi..."
rispose Baciccin.
"Allora ti farà piacere sapere che è stato proprio un polpo gigante a rapirmi e ora mi tiene qui prigioniera.
Ma per tre ore al giorno,da polpo si trasforma in triglia, poi in gabbiano e alla fine vola via..."
"Intanto ti sciolgo dalla catena"
disse Baciccin, "poi si vedrà."
Quando il polpo arrivò , Baciccin attese che si trasformasse in triglia e la pescò con la sua rete.
Mentre stava per ucciderla però, si accorse che la triglia si stava già trasformando in gabbiano, così la colpì con un remo impedendogli di volare via. "Grazie mio salvatore!" esclamò la Principessa.
"Voglio donarti questo anello reale per dimostrarti la mia gratitudine." 
Baciccin, che era di poche parole, si mise  l'anello prezioso di diamanti luccianti al mignolo,
prese la Principessa per mano e disse:" Ora ti riporto da tuo padre, andiamo".
Salirono sulla scialuppa e si misero in viaggio...
Dopo un pò scorsero una nave in lontananza: era la nave del capitano che aveva abbandonato Baciccin in mezzo al mare...
La nave si avvicinò e il capitano non credette ai suoi occhi quando vide la Principessa insieme a Baciccin Tribordo.
"Cara Principessa, non vorrete mica dire a vostro padre di essere stata ritrovata da quell'ubriacone poco di buono...Ditegli che sono stato io a ritrovarvi e che lui ha soltanto eseguito i miei ordini..."
La Principessa, poco convinta, gli rispose che avrebbe saputo lei  cosa dire al momento opportuno.
Il capitano, per sentirsi più sicuro, fece ubriacare per bene Baciccin, aspettò che si addormentasse del sonno pesante e senza ritorno causato dal vino e lo gettò in mare....
Arrivati a terra, il Re organizzò una formidabile parata, balli, banchetti e chi più ne ha più ne metta e naturalmente diede per scontato che il valoroso che aveva trovato sua figlia fosse il capitano. 
Il giorno delle nozze, il corteo stava sfilando per il centro del paese quando qualcosa di veramente inquietante accadde:
un essere irriconoscibile, coperto di alghe verdi viscide e melmose , si avvicinava tranquillo verso il corteo spaventando tutti.
Ma aveva qualcosa che brillava di una luce chiara e sfavillante e più si avvicinava , più la luce aumentava.
"Il mio anello!" gridò la Principessa. "E' lui che mi ha salvato, padre. E' lui che mi ha trovato su uno scoglio sperduto, mi ha liberato dalla prigionia e dal terribile mostro che mi teneva incatenata in una orrenda grotta. Io gli ho donato l'anello. 
Lo riconosco!"
A queste parole il Re si rivolse pieno di rabbia al capitano
"Come hai osato prendermi in giro? Pensavi di farla franca e riuscire a sposare mia figlia indegnamente? Per tutto questo sarai punito!" 
Fece salire il capitano sulla piccola scialuppa e lo spedì in mare bandendolo per sempre dal suo Regno.
Baciccin prese il posto del capitano nel corteo nuziale così com'era e si sposò con la Principessa.
Lei bianca come la Luna, lui verde come il Mare.

leggi: Baciccini Tribordo come non amarlo?

Baciccin Tribordo, come non amarlo?

Leggi la Fiaba Baciccin Tribordo


Cosa mi attira di più in questa fiaba? Cosa mi fa tornare a leggerla più e più volte, come i bambini che pretendono innumerevoli ripetizioni dello stesso racconto?
Sono molti gli elementi che mi parlano: il mare vasto e pericoloso ma salvifico, una principessa scomparsa, uno scoglio sperduto e una grotta buia. Le trasformazioni del "mostro"e soprattutto il protagonista.
Come non amarlo?
Baciccin è speciale: non solo perchè si ubriaca e vive in un mondo tutto suo, ma perchè in quel suo essere fuori dagli schemi comuni ed in quel suo persistere nell'essere sempre ciò che è nonostante non venga accettato dai suoi simili, egli esprime qualcosa che gli appartiene profondamente e che lo guiderà alla soluzione del problema. Baciccin non si preoccupa mai di quel che farà, di come agirà, di cosa penseranno gli altri ma agisce spontaneamente in ogni situazione manifestando se stesso senza paura o vergogna per ciò che è.
Forse rappresenta la parte di noi più spontanea, meno costruita e quindi più vicina alla nostra profondità ed istintività... e per questo tutti lo evitano. Tutti fuorchè una persona: la Principessa.
Solo lei lo riconosce subito come colui che l'ha trovata e lo riconosce per il suo valore intrinseco, lo stesso che ha portato Baciccin ad essere  abbandonato dai suoi simili ed allo stesso tempo a trovare il nascondiglio sullo scoglio. E tutto senza alcuna intenzione diretta da parte sua. Come se agendo se stesso, tutto avvenisse spontaneamente.( Un Eroe del Tao?...)
Baciccin non riconosce infatti a se stesso alcun merito per il ritrovamento della principessa
(-così...., andavo per polpi...) ma attende che il mostro ritorni e si trasformi in un animale colpibile.
Il capitano forse si sarebbe subito scagliato contro il polpo gigante per abbatterlo in maniera plateale....Baciccin invece, attende e rispetta le regole di ciò che non conosce.
Quando il capitano lo troverà in mare con la principessa, la sua invidia e il suo disprezzo saranno enormi. Cercherà di convincere la principessa a farsi indicare come eroe e poi butterà a mare Baciccin dopo averlo fatto ubriacare, dopo aver approfittato della sua "debolezza". Ma la debolezza del marinaio è solo apparente: infatti, il mare lo salva , lo rende un pò una sua creatura ricoprendolo di alghe e lo riaccompagna a riva dove raggiungerà il corteo nuziale e sarà riconosciuto dalla principessa grazie allo sfavillio dell'anello da lei donatogli. L'anello forse è il simbolo del valore riconosciuto, forse della coscienza che accoglie la profondità e ne assume la preziosità in tutte le sue manifestazio ni.Il re infatti, simbolo di tutto ciò che è ufficiale, grazie al segno lasciato dalla principessa al marinaio, lo accoglie pubblicamente rendendo possibile l'unione fra la luce bianca della principessa (conoscenza e illuminazione) e il colore degli abissi marini ( verde come la profondità della natura). Il capitano invece, lontano dall'accoglienza degli opposti e impedito all'unità dalla più gretta vanità, sarà consegnato al mare . Per non farne più ritorno.
Ogni cosa al suo posto.
Dulcamara

venerdì 7 gennaio 2011

Premessa e libere riflessioni su: La Baba Jaga

Premessa
Non è mio desiderio fare di questa sede un luogo di analisi o di studio razionale sulle fiabe presentate. Per questo esistono centinaia di bellissimi libri dedicati che offrono numerosi spunti in relazione alla simbologia analizzata , sia essa psicoanalitica, storica,antropologica ecc..
Le fiabe comunicano il loro messaggio segreto prima di tutto a livello inconscio,interiore,passando attraverso il linguaggio delle immagini,della fantasia,dei simboli antichi e archetipici che contengono e quindi non vanno analizzate se non in un secondo tempo e per amore di conoscenza: il pericolo sarebbe di limitare in qualche modo il messaggio rivolto a noi personalmente , filtrato solo dalla nostra esperienza unica e individuale per abbracciare contenuti che appartengono al percorso di qualcun altro, all'analisi di una qualche scuola di pensiero predefinita , o corrente culturale.
In questo modo la nostra percezione sarebbe privata della sua speciale unicità , e ciò che sentiamo di dover assorbire da una certa fiaba e che accogliamo inconsapevolmente,verrebbe sostituito da verità che, anche se interessanti, potrebbero non appartenerci completamente...
Così mi limiterei a sottolineare ciò che in questa fiaba colpisce me personalmente, senza tracciare un'interpretazione nè un'analisi definita e lasciando libero ciascun lettore di fare la stessa cosa..


E' bello sapere il perchè una fiaba ci attrae..quali sono gli elementi che catturano la nostra immaginazione e si sposano con i nostri sogni..ma in maniera libera , spontanea,lasciando che la magia faccia la sua parte e ci parli , ci nutra ,ci educhi alla realtà dentro e fuori di noi.
Mi piacerebbe inoltre conoscere altre verità e altre impressioni su questa fiaba. Impressioni e riflessioni libere e spontanee da altri lettori per condividere ciò che è stata la nostra esperienza magica di immersione nella fiaba..

la spaventosa casa di Baba Jaga e la tremenda Signora....


Leggi la Fiaba La Baba Jaga

Riflessioni su La Baba Jaga
Fra tutte le streghe che popolano il mondo delle fiabe , la Baba Jaga rappresenta forse l'aspetto più terribile della figura di strega  anzi, a mio avviso ,rappresenta molto di più di una semplice strega:è una creatura che racchiude il sinistro potere del principio e della fine delle cose , della nascita o della morte, del tempo che passa.E' L'arcano potere femminile che regna sovrano sui misteri della morte e della vita, sulle leggi incomprensibili e crudeli della Natura ma anche il potere della conoscenza di ciò che è oscuro,nascosto e segreto.La Baba Jaga pasteggia quotidianamente con la morte di qualcun altro,si muove tra i mondi dentro il mortaio terribile con cui pesta le ossa di chi le si avvicina troppo quasi a sottolineare il pericolo della sua presenza se ci si avvicina senza il dovuto timore e rispetto e coscienza di ciò che lei rappresenta.
E questa coscienza è ben presente nella piccola Anja ,che si vede costretta per necessità ad avvicinarsi ed a chiedere proprio alla figura più paurosa  che lei possa immaginare.Anja si aspetta costantemente di venire divorata e i suoi approcci sono umili tentativi di avvicinamento e di conoscenza.Per questo non viene divorata immediatamente ma viene messa alla prova...La Baba Jaga vuole essere sicura che colei che ha di fronte sia degna di ricevere la conoscenza e che sia una persona collegata in qualche modo alla stessa fonte invisibile che è sede del Potere magico.La bambola Mirtina è simbolo esteriore del collegamento della bambina a qualcosa di innato, di eterno e presente trasmessole dalla madre: la coscenza di una forza superiore che la protegge e la guida nelle difficoltà. Mirtina agisce chiedendo ad Anja di non risolvere i problemi direttamente ma di affidarsi a lei e  nutrire la sua interiorità (visitare prati fioriti , giocare con le farfalle...).
In cambio il potere che le appartiene lavorerà in suo favore e porterà a compimento la sua esistenza.
Di fronte alle impossibili prove poste dalla strega , Anja dimostra di avere quel qualcosa in più che le fa utilizzare le sue risorse profonde e magiche per risolvere i problemi . Allo stesso tempo la bambina rispetta  la presenza paurosa della donna cucinando per lei e servendola.
Quando viene invitata a fare domande ,Anja dimostra invece l'umiltà del non voler conoscere troppo rispetto a ciò che le è dato sapere,sceglie ancora una volta la via dell'occulto ,del non comprensibile almeno razionalmente.Per questo la Baba Jaga ancora una volta non la divora e comincia a scorgere in lei una potenzialità.
Trovo interessanti i colori dei tre cavalieri : bianco ,rosso e nero che ricorrono spesso nelle fiabe e rappresentano gli arcani elementi del tempo magico.Ricordo per es. la madre di Biancaneve che desidera una figlia con la pelle bianca come la neve,le labbra rosse come il sangue e i capelli neri come l'ebano.Oppure i tre volti della Dea  rappresentati dalle diverse fasi della Luna nella mitologia celtica.In questo caso i tre colori sono quelli del tempo della vita : fanciullezza e mattino,giovinezza e mezzogiorno,maturità e sera.
E Baba Jaga li possiede e li comanda tutti e tre sotto forma di tre cavalieri che con mani colorate la servono e l'accudiscono.In questo Baba Jaga è anche Signora del Tempo.Quindi Signora della morte e della vita, Signora delTempo, Signora della Conoscenza e figura di passaggio che trascina e costringe l'eroe al cambiamento ed alla conquista della sua individualità.Quando Anja è pronta e la strega soddisfatta di lei, la bambina può fare ritorno alla sua vecchia realtà.Questa volta però le viene donato qualcosa che una volta per tutte la libererà da ciò che la tiene prigioniera.La Baba Jaga dona alla bambina  il fuoco , una debole fiammella di candela come richiesto originariamente da Anja.
Ho trovato interessante anche la funzione della candela , la luce della conoscenza che illumina il nuovo cammino di Anja nella foresta e che prende vita indipendente eliminando con il fuoco distruttore tutto ciò che era il passato tragico della bambina liberandola completamente da ciò che la sua storia le aveva riservato.
A questo punto Anja desidera spontaneamente tornare dalla strega , riconoscendone l'intento salvifico seppur distruttore e violento.Ma al posto della strega troverà una figura di vecchia dolce e sggia che per ultima condurrà Ania al suo passaggio finale , alla sua realizzazione.Il femminile ha agito tutti i suoi poteri trasformandosi per accompagnare la bambina nella sua individuazione e nella sua realizzazione.
Credo che anche la figura della matrigna sia rappresentazione di questo inconsapevole movimento: è lei che ha l'idea di mandare Anja dalla strega, sperando così di liberarsene per sempre.Ma le qualità della bambina dimostreranno che sarà lei a vincere sulle avversità con l'aiuto terribile ma prezioso e vitale della BabaJaga.

lunedì 3 gennaio 2011

La Baba Jaga




C'era una volta,tanto tempo fa, nel cuore della fredda Russia,
una bambina.
Anja era una bambina fortunata, molto amata dalla sua
dolce e cara mamma.
Quando Anja era ancora piccola, la sua mamma le aveva cucito una bambolina di stoffa tenera e colorata,che Anja teneva sempre vicina e che dormiva con lei nel lettino.
Era una bambola magica...sapeva parlare e mangiava i pezzettini di pane nero che Anja le offriva...
Un brutto giorno però , la mamma di Anja si ammalò e poco dopo morì. Il padre si risposò ma la nuova moglie non era affatto ciò che il marito si aspettava: era cattiva, egoista e non poteva sopportare la vista della povera Anja ,mentre colmava di vizi e smancerie le sue due brutte figlie...
-Presto Anja , rammenda questo vestito! Fannullona che non sei altro..!
-Anja và a prendere nuova legna per il camino!
-Impasta il pane e inforna i dolci per la settimana!
Credi di meritarti il cibo senza far niente?
Questa era la cantilena quotidiana che accompagnava la povera bambina da mattina a sera , e non c'era mai nessuno a difenderla perchè il padre era sempre fuori casa per lavoro...ma Anja aveva un segreto:
ogni volta che la matrigna o le sorellastre le ordinavano di fare qualcosa di troppo pesante o davvero impossibile,parlava alla sua bambolina magica e le offriva un pezzetto di pane..
-Mirtina,(così si chiamava la bambola),avrei bisogno del tuo aiuto...questa volta non ce la posso proprio fare...non potresti aiutarmi ,cara Mirtina?
E Mirtina rispondeva
-C'è un bel prato fiorito ai piedi del bosco...le farfalle ti aspettano...vai a far loro un salutino...
E al suo ritorno , Anja trovava tutto fatto ,tutto in ordine, tutto in tempo!
Così passavano i giorni, i mesi, e Anja cresceva e diventava sempre più bella .E non rivelava a nessuno il suo segreto. Le sorellastre la osservavano invidiose e cercavano un modo per disfarsi di lei una volta per tutte..
La matrigna ebbe un'idea....Decise di mandare Anja a far visita alla Baba Jaga che abitava poco lontano, con la scusa di chiederle del fuoco per accendere la stufa spenta....Anja si spaventò.
-Non dalla Baba Jaga! -  disse -lo sanno tutti che mangia chiunque si avvicini alla sua casa orribile!E che pesta le ossa dei poveri malcapitati dentro quel tremendo mortaio!E che la sua casa ha zampe di gallina che corrono veloci come il vento e rincorrono chi si avvicina ...!Vi prego matrigna non mi mandate là, sarebbe la mia fine!
Ma la matrigna non volle sentire ragioni e costrinse Anja ad andare proprio là dove le faceva più paura .
-Mirtina ,aiutami tu - disse Anja alla sua bambola e Mirtina rispose:
-Non temere , Anja, portami con te ed abbi fiducia , non si sa mai quel che può accadere.
La mattina dopo ,Anja si incamminò sul sentiero che ,attraverso la foresta, portava alla mostruosa casa.
Dopo poca strada ,sentì scalpitare sopra di lei un enorme cavallo bianco: alzò lo sguardo e lo vide galoppare al volo completo di bianco cavaliere. Andava nella stessa direzione di Anja.
Dopo un pò di cammino, era ormai mezzogiorno,un altro cavallo fluttuò al galoppo sospeso a mezz'aria:questa volta era rosso come anche il suo scintillante cavaliere.
Verso sera,quando Anja cominciava ad intravvedere il tetto spaventoso della casa di Baba Jaga, un ultimo cavaliere con il suo cavallo,volò veloce sopra di lei:era nero come la notte.
Anja sollevò lo sguardo e...terrore!Ecco arrivare in volo nel suo enorme e macabro mortaio ,nientemeno che la Baba Jaga in persona!
-Che ci fa qui questa creatura?Si offre spontaneamente per diventare la mia cena?-  gracchiò la strega con la sua voce terribile...
-Sono Anja ,signora - balbettò la bambina- sono venuta a chiedervi gentilmente del fuoco...
La mia matrigna mi ha mandato da Voi per questo...
La strega la guardò per bene con il suo sguardo acuto ed impietoso e disse: 
-Se vuoi del fuoco dovrai guadagnartelo!Non sono abituata a regalare le cose alla gente!
Ho giusto appetito...Cucinami la cena! Vai!
Ed Anja si precipitò in casa stupita che Baba Jaga non l'avesse ancora divorata .
Cercò tutto quel che c'era in casa e preparò tutto il cibo che riuscì a trovare: fece torte salate,pasticci di carne e verdure,cucinò la frutta e ne fece un dolce squisito,impastò velocemente la farina con latte e burro e offrì alla strega anche delle belle frittelle dorate...e fece tutto da sola!
La strega mangiò e mangiò,come un pozzo senza fondo e alla fine si sentì pronta per andare a dormire.
-Mani , presto!
E tre paia di mani volteggianti,uno bianco,uno rosso e uno nero, sollevarono la strega e la infilarono sotto le coperte.
Il mattino dopo ,Baba Jaga disse ad Anja:
-Oggi dovrai pulire tutto il mio frumento e separare i chicchi dalla pula di scarto. Se non lo farai ,stasera mangerò te!
Salì nel suo mortaio gigante e volò via.
Anja aprì la porta del magazzino e restò impietrita: c'erano montagne di frumento enormi e tutte sul pavimento..un lavoro impossibile!
-Mirtina ,aiuto! Ho bisogno di te!Non riuscirò mai a pulire tutto questo frumento entro stasera...mi puoi aiutare?
Mirtina rispose - Poco lontano da qui ho visto un praticello  pieno di coccinelle e colmo di primule...perchè non vai a salutarle? E quando torni non dimenticarti di coglierne un mazzetto per la strega!
La bambina obbedì e quando tornò il lavoro era fatto .
Una montagna di chicchi da un lato e una montagna di pula dall'altro: una vera bellezza.
Quando Baba Jaga tornò non credette ai suoi occhi:
- Qui c'è qualcosa di strano,bambina. Come hai fatto a fare un lavoro impossibile?Devi essere molto fortunata...
-Si, Baba Jaga .La mia mamma mi amava molto.
-Capisco....bè,ora preparami la cena!
E Anja si dette da fare come non mai e cucinò ancora meglio della sera prima,contenta che la strega non l'avesse ancora mangiata. Dopo cena la strega chiamò le mani bianche,rosse e nere perchè la mettessero a letto e si addormentò. L'indomani Baba Jaga, salendo sul suo mortaio, ordinò ad Anja di separare i semi di papavero  dalla ghiaia del cortile. Anja guardò per terra e si sentì svenire...Tra la pietrine di ghiaia c'erano milioni di semini di papavero minuscoli e neri...un lavoro impossibile!
anche questa volta Mirtina aiutò la bambina e il lavoro fu perfetto!
-Qualcosa qui mi puzza proprio di strano...come hai fatto? Devi essere molto fortunata...-Disse la strega.
-Si, Baba Jaga. La mia mamma mi amava molto.
-Già, già.....visto che mi stai quasi simpatica ti concedo di farmi una domanda: cosa ti piacerebbe sapere , bambina?
-Vorrei sapere chi sono i cavalieri che ho visto volare verso la tua casa..
-Sono il mio mattino,il mio mazzogiorno e la mia sera.
Vuoi sapere altro?
-No grazie -disse Anja -per ora mi basta così.
-Bene,bene,bambina.Ancora una domanda e ti avrei mangiato!
Ora prendi il tuo fuoco,visto che te lo sei guadagnato.
Sei libera di andare ma...non scordarti di Baba Jaga!
La strga consegnò ad Anja una candela accesa e le aprì la porta per uscire. Come erano cambiate le cose...Ora nel buio della foresta ,Anja non aveva più paura  e la luce della candela illluminava potente  il suo cammino.
Arrivata a casa , le sorellastre accorsero in cortile:
-Dove sei stata? Perchè ci hai messo così tanto? Dovremo pensare ad un giusto castigo per insegnarti a non fare aspettare chi ti comanda!
Ma non appena la fiammella vide le sorellastre e la matrigna di Anja, diventò enorme e le invase completamente bruciando loro e  la loro casa . Non ci fu niente da fare.
Della casa non rimaneva più nulla ed Anja pensò che aveva proprio voglia di tornare dalla Baba Jaga per raccontarle tutto....
Ma quando pensò d'essere arrivata alla casa della strega, si accorse che la terribile dimora non c'era più: al suo posto una minuscola casetta e al suo interno una dolce vecchina.
-Posso restare con te , nonnina?  Non ho più un posto dove andare .
So filare e se mi procuri un pò di lino lo venderemo filato al mercato...La nonnina fu felice di aver trovato una nipotina e con i pochi spiccioli rimasti comprò del lino da far filare ad Anja.
Mirtina aiutò Anja a filare il lino più fine e delicato che si fosse mai visto,tanto che al mercato nessuno poteva permettersi un simile lusso e mandarono la nonnina direttamente dallo Zar.
-Non ho mai visto niente di simile.Questo è un lavoro impossibile!
-Vi giuro maestà che la fanciulla che lo ha tessuto esiste davvero ed è bella come qesto lino!
Lo Zar mandò a chiamare Anja e quando la vide se ne innamorò.
-Fileresti una camicia per me?
-Certo Maestà.
Anja tessè una camicia magnifica con l'aiuto di Mirtina e quando tornò al palazzo,tutto era già pronto per le nozze più fastose mai viste.
-Cara Anja, mi sposeresti? Sarei onorato di averti qui a palazzo con me e di dividere con te il mio regno!
Anja accettò e da quel giorno visse nel più grande splendore che si possa immaginare.
Ma non rivelò mai a nessuno il suo segreto.



la casa di Baba Jaga aveva zampe di gallina...
leggi : Premessa e Riflessoni su La Baba Jaga